Dante: un incontro tra banchi di scuola, tele ed arpe

Dante: tra dispense di scuola e appunti digitali

Un amore che salva, un amore che porta alla perdizione: il volto di Beatrice e lo sguardo, segnato dalla passione, di Francesca. I canti più belli e strazianti, le terzine di endecasillabi capaci di ammaliare, affascinare, far dubitare, terrorizzare gli studenti sui banchi di scuola. Perché ripeterli, perché lodarli? Scritti da un Poeta, il Sommo Poeta, venerato per certi tratti, detestabile e presuntuoso per alcuni, vanitoso quel poco che è sufficiente ad alzare gli occhi al cielo dinanzi alla “Commedia” che è “Divina”. Chissà forse è stato un veggente, un immaginario, un ribelle! Oppure è semplicemente un Uomo in costante ricerca, alle prese con un cammino sempre in salita, dovuto all’imposizione dell’esilio (Dante Alighieri apparteneva ai Guelfi Bianchi) e al suo cuore instancabile ed affamato di Amore Nobile e Giustizia Benevola. Incontrando Dante con gli occhi di uno studente forse si scorge all’apparenza un signorotto pretenzioso, un maestro saccente, perdendosi nelle sue opere si arriva a scorgere un amico, qualcuno che ha saputo ed ha dovuto perdere per poi vedere le stelle.

Immaginandosi nella bottega, la tela sta asciugandosi, il pittore abbozza parole ed intanto strofina le mani sul canovaccio

Scorgo un dipinto nella notte che rappresenta la selva oscura di ciascuno.

La donna, musa angelica, è posta sul giaciglio, ella solamente dorme ma noi ciechi, non lo riconosciamo, questo sonno beato! Poniamo rose accanto a Lei poiché, quel poeta profondo, celato negli atri del cuore ne è innamorato!

Quel poeta sommo ci parla, ancora dopo settecento anni, emerge e suggerisce ben più di un oracolo! Cesella parole accurate dettate dal quotidiano vivere e combattere, le dispone nei meravigliosi intarsi che si creano appena esse germogliano. Sono così potenti che schiudono le fibre del cuore, le rilassano e le contraggono, preparandole alla Vita Nova, costante ricerca di purezza, di amor salvifico.

Dinanzi a questa tela, si può sentire l’anima dilaniata del pittore Gabriel Dante Rossetti la cui passione per l’Arte, la letteratura e le tecniche pittoriche, lo portano ad una vita costellata di quesiti, indissolubilmente legata al Sommo Poeta – con cui instaura un rapporto intenso: sarà stato Fato, Destino, Provvidenza? -, colma di fuochi di passione e brama di redenzione sviluppando per Lizzie Siddal (la sua Beatrice) quella concezione d’amore stilnovista, non scevro da tormenti per il Rossetti.

Approdando infine nei pressi di una torre medievale, dando alito ed animo a quelle terzine che profumano di preghiera

Si sente dire che alcune nonne – tempi che paiono lontanissimi! – tenevano la Divina Commedia (edizione tascabile senza note o appendici) nel cassettino del comò, accanto alla Bibbia (sempre con una rilegatura semplice e senza pretese) oppure, addirittura, nelle tasche del grembiule.

Recitavano a memoria interi canti!

Quelle tremule voci si uniscono al limpido scorrere potente, drammatico e melodico dei vocalizzi di una Donna a cui si aggiungono altre vocette giovanili già capaci di evocare emozioni, immagini!

Dita di mani allenate ed ispirate pizzicano corde montate su un tempio vivo chiamato Arpa, fatto di legno e di aria.

Gli Uomini si uniscono per forgiare un fiore, frutto di un Paradiso promesso da colei che s’ama, figlio di una ricerca tra sonetti, secoli e terre d’Irlanda: il Sommo Poeta è vivo, queste arpe lo raccontano!

Link per “Paolo + Francesca” : https://www.youtube.com/watch?v=-mjnJNH76Eo

Dante’s Dream – Fiori dall’Inferno” nasce dalla ricerca – parola volutamente ri-utilizzata per sottolineare l’importanza di questo gesto, di tale azione e della dinamicità, nonché della evoluzione che essa comporta – del compositore e concertista Fabius Constable incontrando Dante e quella Commedia che non vuole essere “rivisitata” ma semplicemente omaggiata, vestendola con un tocco innovativo, evocativo.

Dante Alighieri, parlare di un Poeta e di un Uomo così vasto ma nel contempo così piccino (pensare che accanto a lui ci fu Virgilio ed altre guide, dal tanto timore che selva e fiere procurarono in lui!) come è possibile se non attraverso occhi e pensieri altrui?!

Forse Dante diventa grandioso proprio per questo, per sapersi mostrare a tutti ed in tutti, guardandoci e infondendoci il coraggio nell’affrontare quella Selva da attraversare, un passaggio obbligato per giungere a “quell’amore che move il sole e l’altre stelle”.

erica g.